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Contraddizioni…in ceramica. La mostra alla sede FAI di Salerno

Quattro ceramiste unite nel segno della contraddizione per una ceramica “Free made” che non trova confini nella matericità dell’argilla ma anzi esprime liberamente in essa la creatività delle artiste.

Si intitola “Contraddizioni” la rassegna che raccoglie le opere di quattro ceramiste: Ilaria Di Giacomo, Miriam Gipponi, Rosa Autilio e Amalia Ferrigno, in mostra alla sede FAI di Salerno da mercoledì 7 maggio, con vernissage alle ore 18 ed aperta fino al 13 giugno. La mostra si incastona nell’ambito della rassegna “Free made” , giunta al suo sesto appuntamento, presentato criticamente da Gabriella Taddeo.

“L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla ed indica il contenuto del futuro” così si espresse Vasilij Kandinskij, il padre dell’arte astratta. Quindi già per definizione la creatività deve essere libera da argini di qualsiasi tipo.                                                           

Rivendicano   prima di tutto la sconfinatezza dell’arte terra senza confini che le accomuna ma anche la libertà da qualsiasi etichetta o marchio. Tutte e quattro sono legate dalla manipolazione dell’argilla e quindi dai suoi tempi slow, lenti che si contrappongono alla velocità ed all’ accelerazione che il nostro vivere contemporaneo ci impone, sono accomunate dal tridimensionale della ceramica che è l’arte più antica o meglio la Madre di tutte le arti.                                                                                                                                                                                                                                      La tematica della esposizione è Contraddizioni sia oggettive che soggettive della realtà attuale.  La panoramica comprende: Natura e i suoi apparenti opposti (opere di Amalia Ferrigno); Equilibri instabili e ricerca interiore (opere di Ilaria Di Giacomo); Risorse naturali e negazione green (Miriam Gipponi); Inquietudine dell’uomo e differenza di genere (Rosa Autilio). Le quattro artiste della ceramica attestano in questa esposizione la loro specificità, il loro stile individuale: Rosa Autilio, è dal 99 che ha scoperto per caso l’arte del modellare e di creare forme policrome. Prima classificata in ben due concorsi ceramici e presente in numerose mostre nazionali ed estere. Le opere presenti al F.AI. testimoniano nei contenuti la sua preparazione filosofica e si legano  ad una riflessione oltre che sulla complessità del mondo interiore anche sulla forza delle donne iraniane che si contrappongono alle diseguaglianze di genere discriminazione di genere. Ilaria Di Giacomo dopo studi di Arti applicate, si è specializzata a Faenza sui materiali del gres e della porcellana. Ma soprattutto ha approfondito il metodo Munari che poi ha applicato nella sua didattica presso vari sedi fra cui il Museo Città creativa di Ogliara. Attualmente collabora con botteghe, scuole ed associazioni di Salerno alla realizzazione di progetti e corsi di ceramica. Le sue riggiole mettono a fuoco gli equilibri instabili e le rinascite interiori.Miriam Gipponi, proviene da studi di architettura e design che contraddistingue le sue forme particolari ed innovative che vanno dai vasi, alle sculture fino ai gioielli. Vicepresidente del gruppo Pandora, è anche l’altra anima di questa ’associazione per gli allestimenti delle mostre nazionali ed internazionali. Presenta una sua estetica delle ceneri che riflette su conflitti e contraddizioni alla ricerca di una risposta divergente. Amalia Ferrigno proviene da studi scientifici ed in particolare di geologia. Lavora da anni nella sperimentazione dell’argilla ed ha partecipato con l’associazione Pandora ad eventi nazionali ed internazionali. La sua opera Fuoco nel mare si ispira all’isola di Santorini e alla civiltà minoica distrutta dalla eruzione a da uno tsunami, eventi geologici che ancora si leggono sulle sue rocce. Allude alla morte e rinascita insite nella natura stessa.

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