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Enrico Vanzina domani a Bellizzi per il Premio Fabula

Il regista di “Sapore di mare” il film che ha ritratto uno spaccato della generazione degli anni ’60, Enrico Vanzina, sarà domani 28 giugno alle 20.30 a Bellizzi, all’Arena Massimo Troisi, in un incontro che anticipa quella che si spera possa essere presto la prossima edizione del Premio Fabula.

L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Dlivemedia e DiTas, Laboratorio di Turismo e spettacolo di Unisa, è riservato ai ragazzi dai 15 anni. La prenotazione è obbligatoria sulla pagina Facebook ufficiale del Premio  https://www.facebook.com/premiofabula

Organizzato nel rispetto delle regole anti-Covid19, l’incontro permetterà al regista-scrittore di presentare anche il suo ultimo lavoro narrativo: “Una giornata di nebbia a Milano”, un giallo che tende al grigio delle giornate uggiose del capoluogo lombardo.
«Dopo aver scritto “La Sera a Roma” (Mondadori) ho voluto ambientare il mio nuovo giallo a Milano, perché è una città che amo e che conosco. Ci ho vissuto e ci ho girato 18 film: la nebbia è una metafora, non esiste più a Milano. Ma mi sembrava un’immagine ottima per un giallo. La nebbia copre e non modifica. Volevo fare un giallo sorprendente e allora ho scelto di togliere la Polizia. Al suo posto, chi indaga, sono due scrittori con l’aiuto dei grandi temi della letteratura perché nei libri sono più veri del vero. Ci hanno spiegato e raccontato quello che muove le passioni umane. Quindi anche quelle che portano a uccidere. È un giallo classico, che tiene legato il lettore fino all’ultima pagina, ma che indaga anche sui rapporti all’interno di una famiglia e sulla vecchiaia», conclude l’autore.

L’incontro con i ragazzi sarà invece per lui una delle occasione di confronto con le nuove generazioni, tanto diverse da quelle delle canzoni cantante davanti al juke-box. Oggi tutto passa attraverso gli smartphone e i vari canali social. “Oggi invece hanno come il timore di essere giudicati e si nascondono nel gruppo. Uscire dal conformismo social li spaventa e quindi si uniformano. Vengo per scoprirli e per chiedere loro quello che nessuno gli domanda: chi sono?» dice il regista.

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